giovedì 3 ottobre 2013

NON VOGLIONO QUEL BAMBINO CON I LORO FIGLI


PERCHE' NON POSSONO 

AVERE LE NOSTRE STESSE 

CHANCE? SIAMO TUTTI 

UGUALI.


Accade a Mugnano (Napoli) dove già 6 alunni su 20 della scuola elementare "Sequino" sono andati via.

La vicenda scatena polemiche; il direttore scolastico regionale si dice disposto a mettersi in contatto con il direttore della scuola -e ad aiutarlo fornendogli insegnanti necessari-.

 Il ministro dell'istruzione Maria Chiara Carrozza si dice solidale con la famiglia dell'alunno e dice:

"Vogliamo capire meglio quello che è accaduto ma la soluzione non può essere quella di cambiare sezione perché c'è in classe uno studente disabile. Questi sono episodi spiacevoli sui quali servirebbe anche un serio dibattito pubblico perché certi comportamenti danneggiano gli italiani e la scuola tutta".

Il bambino disabile al centro della vicenda ha sei anni. Alcuni genitori chiedono alla dirigente, Maria Loreta Chieffo, di trasferire i loro figli in altre sezioni.
Lei si oppone, non ne vede i motivi. I genitori non demordono, chiedono e ottengono 

- dalla stessa dirigente, che in questo caso non si può opporre - il nulla osta per andare via.

Ci tengono a sottolineare che non si tratta di alcuna forma di discriminazione. Sono solo 

preoccupati, dicono, per le ripercussioni sotto il profilo didattico e la impossibilità di portare avanti alcuni programmi per effetto della presenza di uno studente con problemi. 
E c'è chi aggiunge che le critiche, circolate via web, sono ingiustificate.



QUESTA  E' DISCRIMINAZIONE.


Dal punto di vista pratico la dirigente si dice "disponibile ad autorizzare altri docenti di sostegno se me ne verrà documentata la necessità, sempre nell'ottica di venire incontro alle esigenze della scuola".

In campo scende l'associazione  "Tutti a scuola" , particolarmente battagliera sul fronte dell'integrazione dei disabili e che nei giorni scorsi ha sollecitato l'intervento delle istituzioni incontrando, in piazza Montecitorio, il presidente della Camera, Laura Boldrini. 
Il pensiero in questo momento è alla famiglia del ragazzo autistico che sta provando una "grande sofferenza"

Una sola parola: VERGOGNA.


Viviamo in un Paese che non ci dà lavoro, sicurezza e nemmeno l'istruzione basilare. Se stentano i più brillanti a far carriera, i meno fortunati che fine faranno?

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